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Capire la Storia

Capire la Storia

By Pasquale Di Matteo

Podcast di Pasquale Di Matteo, in cui si tratta di storia.
Episodi tratti da articoli di Pasquale Di Matteo che sono sintesi, riassunti di avvenimenti importanti, che spesso a scuola si trattano in maniera troppo complessa e/o superficiale.
Questo podcast cerca di agevolare lo studio e si propone di essere uno strumento per un ripasso efficace e per sedimentare i concetti più importanti dei vari avvenimenti storici trattati.
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5 motivi che hanno alimentato la Prima guerra mondiale

Capire la StoriaMar 20, 2023

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La canzone analizzata dall'FBI

La canzone analizzata dall'FBI

Louie Louie è uno dei brani più famosi della scena musicale statunitense; su Eventi Armonici ricordiamo il clamore che suscitò la versione dei Kingsmen. Il brano Louie Louie fu composto da Richard Berry, nel 1955, una sdolcinata canzone d’amore che racconta di un giovane in procinto di affrontare un viaggio per raggiungere la sua amata. Louie Louie, la canzone della paranoia (clicca qui per ascoltarla:    • The Kingsmen - Lo...  ) "Louie Louie, oh no Me gotta go Aye-yi-yi-yi, I said Louie Louie, oh baby Me gotta go Fine little girl waits for me Catch a ship across the sea Sail that ship about, all alone Never know if I make it home Louie Louie, oh oh no Me gotta go, oh no Louie Louie, oh baby I said we gotta go Three nights and days I sail the sea Think of girl, constantly On that ship, I dream she's there I smell the rose in her hair. Louie Louie, oh no Me gotta go Aye-yi-yi-yi, I said Louie Louie, oh baby Me gotta go Okay, let's give it to 'em, right now! See Jamaica, the moon above It won't be long, me see me love Take her in my arms again I tell her I'll never leave again Louie Louie, oh no Me gotta go Aye-yi-yi-yi, I said Louie Louie, oh baby Me gotta go I said we gotta go now Let's take it on outta here now Let's go!!" Si tratta di una canzone in stile giamaicano, calypso, che, inizialmente, non ebbe un grande successo e fu ben presto dimenticata, almeno fino al 1963. In quell’anno, infatti, a una band con un discreto seguito in Oregon fu proposto un concerto su una nave da crociera, ma prima era necessario inviare una demo, con una selezione dei loro brani. I Kingsmen, tipica garage band dell'epoca, decisero di riprendere il vecchio pezzo di Richard Berry, senza avere il minimo sospetto che avrebbero trasformato Louie Louie nella canzone della paranoia. Pare che al produttore, Ken Chase, quel brano non piacesse, tanto che pretese di piazzare il microfono molto in alto nello studio di registrazione di Portland, di modo da catturare meno la voce per dare risalto all'arrangiamento calypso del brano. Furono registrate almeno due versioni della canzone, ma ad essere scelta fu quella in cui il brano venne eseguito decisamente più lento, quasi in chiave rock, e in cui il testo risultava incomprensibile. Tuttavia, il disco dei Kingsmen ottenne un ottimo successo e spianò loro la carriera. Dopo qualche tempo, come è normale che sia, la canzone fu dimenticata nuovamente, almeno fino a quando il Governatore dell’Indiana, Matthew Welsh, non bandì la trasmissione radiofonica di Louie Louie, sulla base di presunte oscenità contenute nel testo e che sarebbero state ben decifrabili facendo girare il disco da 45 giri a 33. Non appena la notizia diventò di dominio pubblico, la paranoia che si generò intorno alla canzone fece schizzare le vendite del disco alle stelle in tutti gli Stati Uniti. Inoltre, il Ministro della Giustizia, Bobby Kennedy, avviò un’indagine sul testo del brano incriminato che affidò all’FBI. Funzionari del servizio d’Intelligence interrogarono più volte i membri del gruppo e della loro casa discografica, oltre a requisire decine di copie in ogni angolo del Paese, che furono analizzate per mesi minuziosamente. Tuttavia, due anni e mezzo più tardi, alla paranoia nata dal decreto del Governatore dell’Indiana fu posta la parola fine, quando il rapporto dell’FBI stabilì che il testo della canzone intitolata Louie Louie non era osceno, ma semplicemente indecifrabile. #storia #musica #kinsmen

Mar 27, 202305:26
Intervista a Vladimir Luxuria

Intervista a Vladimir Luxuria

Intervista a Vladimir Luxuria

Intervista di Pasquale Di Matteo a Vladimir Luxuria sul Perù, la sua storia e la società peruviana.

Vladimir Luxuria risponde alle domande di Pasquale Di Matteo sul libro scritto dopo un viaggio lungo un mese e mezzo nel paese sudamericano.


L'intervista è stata realizzata da Pasquale Di Matteo in una galleria di Parma, nel 2019.

Mar 21, 202350:00
5 motivi che hanno alimentato la Prima guerra mondiale

5 motivi che hanno alimentato la Prima guerra mondiale

Tratto dal sito pasqualedimatteo.com, articolo di Pasquale Di Matteo.

5 MOTIVI CHE HANNO ALIMENTATO LA PRIMA GUERRA MONDIALE

"Il ventesimo secolo si aprì in un clima di pace che durava da alcuni anni. Tuttavia, si trattava di una calma apparente.

Infatti, erano vive, e pronte a esplodere, le rivalità tra l’impero della Corona britannica e la Germania per la corsa agli armamenti navali; tra la Francia e la stessa Germania per l’influenza su Alsazia e Lorena, nonché tra impero austriaco e Ungheria per il controllo dei Balcani.

In Germania, dopo l’uscita di scena di Bismarck, l’imperatore tedesco, Guglielmo II, mutò approccio alla politica estera, caratterizzandola con un forte accento imperialista e aggressivo.

Riarmò la flotta navale, con l’intento di raggiungere il livello di quella della Gran Bretagna, intraprese un’importante campagna coloniale e diede vita al progetto di riunire tutte le popolazioni europee di lingua tedesca in Europa sotto un’unica bandiera.

Preoccupata dall’intraprendenza di Guglielmo II, la Gran Bretagna mosse alleanze: nel 1902 con il Giappone; l’8 aprile 1904, con la Francia, la famosa “Entente cordiale”, alleanza gentile, con la quale i due paesi giunsero a soluzioni pacifiche delle controversie coloniali in essere da tempo.

Fu anche un periodo in cui quasi tutti gli stati iniziarono a creare reti di contatti più o meno segrete per stabilire relazioni politiche, commerciali e di difesa, che portarono a diversi sistemi di alleanze politico militari che divennero baluardi a difesa delle controversie.

Altro motivo di turbolenze fu l’annessione unilaterale della Bosnia-Erzegovina da parte dell’Austria, nel 1908, che approfittò della grave crisi dell’impero ottomano, alle prese con la rivoluzione dei “Giovani Turchi”.

La regione si accese: la mossa dell’impero asburgico causò la reazione della Serbia, che si vedeva come faro del nazionalismo slavo e poteva contare sull’appoggio della Russia, che era protettrice dei popoli della regione e delle rivendicazioni slave. 

La data univocamente riconosciuta come miccia del conflitto è quella del 28 giugno 1914. Fu assassinato a Sarajevo l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’impero asburgico, dal nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip. 

Questi era membro della “Mano nera”, un’organizzazione ultranazionalista che si batteva affinché la Bosnia, di cui Sarajevo era la capitale, entrasse a far parte di una “grande Serbia”, in grado di diventare indipendente da Vienna.

Il disegno di fare della Serbia una grande nazione era in contrasto con l’annessione della Bosnia all’Austria e i dissapori con l’impero asburgico erano elevati all’ennesima potenza da allora.

Fu proprio in virtù di questa altissima tensione che l’omicidio fu più capro espiatorio che motivo fondato per scatenare una guerra.

L’Austria dichiarò guerra alla Serbia e, nel giro di pochissime settimane, si arrivò al 5 agosto 1914 con due blocchi che rispondevano al sistema di alleanze che si era formato durante i primi anni del secolo..."

#storia #Primaguerramondiale #guerramondiale #ripasso

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Mar 20, 202314:49